Azienda Ospedaliero Universitaria
Policlinico “G.Rodolico – San Marco”
Catania
                    Catania, 1 settembre 2022

COMUNICATO STAMPA

BIMBA NASCE DALLA PRIMA DONNA IN ITALIA AD AVER AVUTO UN TRAPIANTO DI UTERO ESEGUITO DUE ANNI FA DA ÉQUIPE DELLE AZIENDE CANNIZZARO E POLICLINICO “RODOLICO – SAN MARCO”

    E’ nata a Catania la prima bimba in Italia venuta alla luce a seguito di un trapianto di utero. A partorire è stata una donna di 31 anni, alla quale due anni fa era stato impiantato l’utero di un’altra giovane donna deceduta a seguito di arresto cardiaco. La neomamma, affetta da sindrome di Rokitansky, una rara patologia congenita, era nata priva di utero. 
L’eccezionalità del lieto evento, oltre al fatto di essere la prima in Italia e la seconda in Europa, sta nel fatto che la donna da cui la puerpera ha ricevuto l’utero non è più vivente. Gli altri casi di nascite da donne trapiantate avvenuti al mondo sono stati possibili grazie alla donazione di donne ancora in vita. In Italia, infatti, la sperimentazione prevede che e donatrici siano donne decedute tra i 18 e i 40 anni con assenza di pregressi tagli cesarei mentre la donazione in vita non è ancora prevista.
    Il trapianto era stato eseguito a Catania per la prima volta in Italia nel Centro Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G.Rodolico – San Marco” in collaborazione con l'Azienda ospedaliera Cannizzaro.
L' equipe era composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia.
Obiettivo dell’intervento di allora era proprio quello di curare l'infertilità della donna e già allora, in caso di buon esito del trapianto, era stata prevista la successiva attivazione di un percorso di procreazione medicalmente assistita.
L' intervento è stato realizzato con un protocollo sperimentale approvato dal Centro Nazionale Trapianti due anni fa.
Si conclude così la sperimentazione cominciata due anni fa e ora completamente definita con l'esito positivo della gravidanza della signora.

Dal 2014 in poi, infatti, la ricerca ha fornito metodi sempre più sicuri ed efficaci che hanno portato alla possibilità, per la trapiantata, di avere dei figli.
In quali casi si può ricorrere al trapianto dell'organo? Possono essere considerate per l'eventuale trapianto pazienti di età compresa tra i 18 e 40 anni, affette dalla sindrome di MayerRokitansky o da una malformazione dell'utero. Possono essere incluse anche donne sottoposte alla rimozione chirurgica dell'utero, purché non per cause non tumorali. Al momento, considerando la procedura sperimentale, l'iter diagnostico prevede un primo step da effettuare nell' unità operativa di ginecologia e ostetricia dell' ospedale Cannizzaro e successivamente nel Centro Trapianti del policlinico di Catania. Chi può diventare donatore di utero? Nel caso del primo trapianto italiano, l' organo è stato donato da una donna di 37 anni deceduta improvvisamente a causa di un arresto cardiaco. Ma in base alle informazioni disponibili in letteratura scientifica, dei circa 70 i trapianti di utero eseguiti nel mondo, l' 80 per cento è stato realizzato grazie a donazioni da vivente. Sebbene questo aspetto ponga una serie di limiti etici, ha una serie di potenziali vantaggi: dalla possibilità di pianificare l' intervento a una migliore rivascolarizzazione dopo l' intervento, che riduce le possibilità di andare incontro all' ischemia dell' organo. A ciò occorre aggiungere la possibilità di ridurre le probabilità di insorgenza del rigetto, nel momento in cui a donare l'organo è una madre e a riceverlo e sua figlia.
Quali sono le regole vigenti in Italia? La sperimentazione prevede che e donatrici siano donne decedute tra i 18 e i 40 anni con assenza di pregressi tagli cesarei ed esclude per ora la donazione da vivente. Qual è l' obiettivo del trapianto di utero? Il protocollo sperimentale ha come obiettivo l' esito positivo di una gravidanza della paziente trapiantata. Il primo passo è la riuscita del trapianto dell' organo. Successivamente, almeno un anno dopo l' intervento, è prevista l' attivazione di un percorso di procreazione medicalmente assistita. Se la gravidanza procederà, si arriverà al parto tramite taglio cesareo. A nascita avvenuta, si procederà alla rimozione chirurgica dell' utero, per evitare che la donna debba sottoporsi a una terapia immunosoppressiva per il resto della vita.